Come sviluppare una modalità efficace di comunicare con sé stessi e con gli altri

Marshall B. Rosenberg, nel suo libro “Le parole sono finestre (oppure muri)” ci parla della “comunicazione non violenta” adottando uno specifico approccio alla comunicazione – alla parola e all’ascolto – che ci permette di connetterci a noi stessi e agli altri in modo empatico e naturale. Egli sostiene che “anche quando non consideriamo “violento” il modo in cui parliamo, le nostre parole spesso portano al dolore e al ferimento, sia di noi stessi che degli altri.”

Le 4 componenti che Rosenberg trova importanti per sviluppare una comunicazione “non violenta” sono:

L’OSSERVAZIONE. È molto importante imparare a osservare con un occhio non giudicante quello che sta accadendo intorno a noi. Per sviluppare questa capacità serve molto esercizio che ci tenga ancorati nel “qui ed ora” e non altrove. Per aiutarci ad sviluppare questa abilità potrebbe essere utile iniziare un percorso di meditazione guidata o tecniche di rilassamento che permettano di aumentare la consapevolezza corporea e mentale momento per momento.

I SENTIMENTI. Se impariamo a  osservare e osservarci nel qui ed ora, mantenendo una sospensione del giudizio consapevole,possiamo entrare in contatto con quello che una determinata situazione significa per noi, quali sono i sentimenti che nascono mentre stiamo semplicemente osservando: siamo tristi? Gioiosi? Irritati? Malinconici? Spaventati? Anche in questi casi le tecniche mindfulness possono risultare utili perché ci aiutano a prendere confidenza con quelli che sono i nostri propri modi di sentire, di pensare e di stare in una determinata situazione.

I BISOGNI. Una volta identificato il proprio stato d’animo il passo successivo sarebbe quello di capire qual è il bisogno che in quel momento stiamo o meno soddisfacendo? E in che modo? Che modalità stiamo usando per arrivare al soddisfacimento dei nostri bisogno? Cosa non funziona nelle nostre solite modalità che ci impedisce di realizzare un nostro bisogno/obiettivo? Nel caso in cui ci troviamo in difficoltà a entrare in contatto con i propri bisogni, ci rendiamo conto di non riuscire mai a sentirci soddisfatti o semplicemente non sappiamo come fare per arrivare a realizzare un determinato obiettivo, potrebbe risultare utile contattare lo psicologo. Può succedere che nonostante avessimo già intrapreso un percorso di tecniche meditative o di rilassamento potrebbe comunque presentarsi l’esigenza di un ulteriore lavoro individuale che implica una consulenza psicologica mirata.

LE RICHIESTE. Le richieste ci aiutano a comunicare con gli altri e con noi stessi in maniera chiara. Una volta consapevoli dei nostri sentimenti e dei nostri bisogni sapremo come esprimerci al meglio e come trovare la strada migliore per crearci la realtà entro cui vogliamo vivere. Anche in questo caso, solo se necessario, il sostegno  dello psicologo potrebbe aiutarci ad arrivare prima ai risultati desiderati attraverso ( ad esempio )  la ricerca di nuove strategie per affrontare la situazione specifica.

 

Posso sopportare che tu mi dica

Quello che ho fatto e quello che non ho fatto.

E posso sopportare le tue interpretazioni

Ma ti prego di non confondere le due cose.

 

Se vuoi complicare qualsiasi questione

Ti posso dire come puoi fare:

Confondi quello che faccio

Con il modo in cui tu vi reagisci.

 

Dimmi che sei frustrato

Per i lavori che non proto a termine

Ma chiamarmi “irresponsabile”

Non è certo il modo per motivarmi.

 

E dimmi che ti senti triste

Quando dico di “no” alle tue proposte

Ma dirmi che sono un uomo freddo e insensibile

Non aumenterà le tue possibilità.

 

Si, posso sopportare che tu mi dica

Quello che ho fatto e non ho fatto.

E posso sopportare le tue interpretazioni,

Ma ti prego non mescolare le due cose.

 

Marshall Rosenberg

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