A partire da marzo 2020 le parole “paura” e “morte” hanno risuonato fortemente nelle nostre menti e nei nostri cuori e ognuno di noi si è visto proiettato all’improvviso in un mondo diverso, un modo nuovo di vivere fatto di nuove regole sociali e limitazioni nella socializzazione diretta. Ci siamo dovuti adattare alla vita “a distanza”… di almeno 2 metri.
Ogni giorno, come non mai, siamo informati delle morti giornaliere e dei nuovi “contagi”. I mass-media sono impegnati ad aggiornarci momento per momento dell’andamento della pandemia. Questo è il clima entro il quale attualmente viviamo e dove le sofferenze ed il malessere psico-fisico stanno diventando la normalità, o meglio dire “nella norma”. Sentimenti di impotenza, frustrazione e incapacità di adattamento diventano criticità da dover affrontare se si vuole “sopravvivere” a questo contesto che ci ha colti tutti di sorpresa. Viviamo con la percezione che la probabilità di perdere una persona cara oppure noi stessi è aumentata e con essa anche le nostre riflessioni e sentimenti a riguardo, i nuovi sentimenti.
La nostra vita è da sempre mescolata con la perdita ma oggi ne abbiamo una percezione ancora più forte sia dal punto di vista psicologico che fisico. La perdita ha a che fare con l’amico che non si fa più sentire o che ci ha deluso, con il lavoro, con il partner, l’addio ad una persona cara oppure la perdità di una parte di sé.
Il lutto quindi può essere “visto” attraverso varie forme e percepito da ognuno di noi in maniera diversa. I sentimenti che accompagnano la perdita ed il lutto sono variegati e spesso sono definiti come rabbia, senso di impotenza, mancanza, delusione ecc ecc, dietro i quali si celano sensi e significati inesplorati, ma esplorabili. Non stiamo parlando di psicopatologie ma di vissuti personali collegati ad una determinata relazione che si è conclusa ma che ci smuove ancora dentro.
Sforzarsi di non sentire quei sentimenti finisce per essere ciò che invece li alimenta e li mantiene a lungo e quindi sforzarsi di nascondere il dolore sotto la coltre della ragione lascerà la ferita sempre aperta, sempre presente. E’ una strategia antica, una credenza comune che non funziona. In studio ti spiegherò perché …
Come può aiutarti un percorso psicologico?
“Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.” Marcel Proust
Con un sostegno psicologico adeguato riuscirai a trovare in te le risorse utili per elaborare la tua perdita, trasformandola in qualcosa di utile per continuare a vivere più serenamente possibile. Dedicherai uno spazio e un tempo dove potrai guardare, parlare, toccare, comprendere, sentire il flusso dei tuoi sentimenti … lentamente inizierai una speciale forma di viaggio trasformativo del tuo vissuto.
Imparerai a ri-vedere il bello che ti circonda, nonostante tutto.
Riuscirai a trasformare le tue lacrime in perle.
Insieme, riusciremo!
“La mia paura non era della morte stessa, ma di una morte senza significato.”
Huey Newton